mercoledì 30 maggio 2018

Facciamo finta che...











Non è uno spettacolo, e neanche una recita di fine anno per gratificare amici e parenti. E' un esito, anzi l'esito del laboratorio TEATRO GIORNALE, Drammaturgia del presente, un percorso, un viaggio che ha tenuto i ragazzi a scuola, incollati ad un impegno preso in orario pomeridiano ed ha superato la didattica tradizionale. Un viaggio che è stato di TUTTI. Tutti coloro che hanno preso parte al progetto, dai tutor, alle guide dell'Associazione Scenari Visibili, agli alunni, anche quelli che nel percorso hanno mollato o che, pur avendo camminato assieme agli altri, ora non se la sentono di andare in scena. Tutti hanno accettato la sfida iniziale, dedicando il loro tempo, superando difficoltà, includendo ognuno e se stessi in questo cerchio di parole e gesti. Hanno provato a fare teatro davvero, non solo a recitare una parte, ma a tentare di recitarle tutte. Opinioni, punti di vista, sguardi critici sulla città, notizie che rimbalzano e si trasformano, assumono la forma che il pensiero dà loro. Ritornano a chi le ha diffuse, alimentano il vocio, il pettegolezzo, ma anche il pensiero critico e il discernimento per chi si abitua a farsi domande sulla realtà, uniscono posizioni distanti, alimentano il dialogo che è cittadinanza attiva, costruzione di coscienze, civiltà. 

Il nostro Istituto ringrazia gli esperti esterni del progetto Valeria D'Agostino e Domenico D'Agostino, per lo sguardo attento e competente e per la pazienza. 



Luna Renda 

#trame.8





 Le classi terza A e terza C della scuola secondaria di I° hanno preso parte a Trame.8. Nel corso dell'anno scolastico hanno seguito laboratori e giochi di ruolo approntati dai collaboratori esterni del progetto, che hanno messo alla prova i nostri allievi nella partita della consapevolezza, della dignità civile, della giustizia. Giochi di ruolo in cui i ragazzi hanno avuto parte attiva nel processo di assunzione di una decisione, di una scelta precisa. Da quale parte stare? Con chi allearsi e cosa difendere in casi di illegalità più o meno palese? Cosa fare quando in città si profilano tensioni di carattere economico ed amministrativo determinate dalla presenza della criminalità organizzata che si infiltra nella gestione economica del potere?
I ragazzi, grazie a questo interessante processo di mimesi, hanno preso parte al "gioco", scelto, capito.  Distinto ruoli, profili, tendenze. Compreso contraddizioni, sfumature, punti di vista che alla loro età sono già perfettamente in grado di analizzare. Soprattutto hanno sfatato, prima di tutto per se stessi  il grande equivoco per cui la mafia è solo quella delle grandi stragi e del tritolo, ma ci riguarda tutti, e ci caratterizza nel profondo delle abitudini e delle convenzioni che assumiamo, nella strategia quotidiana di risoluzione di problemi, finanche nel modo di parlare, nel linguaggio. Ci contraddistingue tutte le volte che non denunciamo quello che non va, cerchiamo scorciatoie e raccomandazioni per raggiungere il nostro interesse, non svolgiamo con rigore il nostro lavoro, ci ritroviamo con un'amministrazione comunale sciolta per infiltrazioni mafiose per la terza volta dal 1968. 


Luna Renda 














lunedì 28 maggio 2018

Le avventure di Ulisse. Episodio 13 Argo e Iro



Le avventure di Ulisse. Episodio 13 Argo e Iro 








Le avvenute di Ulisse. Episodio 14 Euriclea e Penelope 



L'allievo della classe IC (scuola secondaria di I°), Christian Mazzotta, si è cimentato nella stesura di un articolo di cronaca che ha come protagonista Ulisse, liberamente tratto da Le avventure di Ulisse di Andrea Molesini




Cronaca di una strage

Sono le 20: 30 del 10 Maggio del XVIII a.C., ed a Itaca, in Grecia, le persone che passano vicino alla reggia di Ulisse, possono assistere ad uno spettacolo agghiacciante. E’ stato Ulisse, travestito da mendicante, che proprio ieri sera ha finto di partecipare alla gara che si stava tenendo nella sua reggia, per portare avanti una strage a lungo meditata.
I proci, inizialmente, non vogliono che l'ospite partecipi, perché temono che possa vincere. La regina Penelope si oppone ai proci e ammette alla gara il mendicante, rassicurando i pretendenti che non lo avrebbe sposato, ma gli avrebbe dato solo dei sandali e dei vestiti nuovi. Il mendicante  gareggia e vince. Tutti rimangono a bocca aperta, ma sono ancora più sbalorditi quando Ulisse si rivela. Subito posa l’ arco, e prende il cecchino che aveva nascosto dietro il mantello e spara in testa ad Antinoo, e il colpo lo trafigge da parte a parte. Posa il cecchino e prende il fucile d’ assalto e comincia a sparare  a tutti i proci. Fra loro, l’ unico ad avere un telefono è  Melanzio che subito chiama la polizia. La polizia arriva in ritardo, quando tutti già sono morti. Quando effettua il sopralluogo. Liberamente tratto da Le avventure di Ulisse di Andrea molesini si trova di fronte ad una scena raccapricciante. Subito Ulisse viene messo in manette e condannato  dal giudice a 5 anni di carcere per strage (articolo n° 80 della Costituzione greca). Nonostante la pena inflitta Ulisse presto potrà ritornare a casa, e godersi la patria e la sua famiglia.


                                         Christian Mazzotta IC